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Amici di zampa. Conosciamo meglio il gatto

  • Immagine del redattore: Lisa Livorsi
    Lisa Livorsi
  • 29 feb 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 mar 2024


Secondo la Fediaf (Federazione Europea dell'Industria degli Alimenti per Animali Familiari) nel 2023 sono ben 10.228.000 i gatti domestici presenti in Italia.  


Il processo di addomesticazione dei gatti è meno conosciuto rispetto a quello del cane; tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che la vicinanza tra gatto e uomo è iniziata come rapporto commensale ovvero i felini sembrano essersi avvicinati all’uomo in oriente, attirati dalla presenza di risorse alimentari, prime fra tutte i roditori a loro volta attirati dalle coltivazioni. Le prime prove di strette relazioni uomo-gatto selvatico risalgono a ca. 9.500 anni fa presso Cipro, tuttavia le prime tracce di domesticazione sono riportate nell’arte egizia di 4.000 anni fa. 


l'antenato del gatto e il gatto moderno

In uno studio, del 2016, è stato sequenziato il DNA di 209 felini i cui resti, databili tra 15.000 e 2.700 anni fa, erano sparsi in vari siti archeologici tra Europa, Medio Oriente e Africa. I risultati mostrano che questa dispersione è riconducibile principalmente a due momenti storici precisi: il primo, antichissimo (circa 12.000 anni fa), risalente alla migrazione delle prime comunità agricole dal Medio Oriente verso il Mediterraneo Orientale; il secondo, avvenuto più recentemente, dall’Egitto all’Eurasia e in Africa; infatti, la stessa impronta genetica dei gatti egizi del IV secolo a.C. si trova nei gatti della Bulgaria, della Turchia e dell’Africa subsahariana del IV secolo d.C. Altre analisi effettuate su resti felini, ritrovati in un sito archeologico Vichingo in Germania settentrionale, hanno appurato che la traccia genetica è corrispondente a quella dei felini egiziani. Questi dati testimoniano che anche le popolazioni nordiche caricarono sulle loro navi questi piccoli felini per difendere le loro scorte alimentari dai roditori. Questa abitudine dei navigatori sembra aver diffuso largamente il gatto a livello globale. 


 

Oggigiorno ciò che ci affascina nel gatto sono le sue movenze a tratti selvatiche a tratti buffe, il suo carattere affettuoso ed indipendente. La sua classificazione scientifica è la seguente:  


Classificazione scientifica del gatto

Il gatto è un carnivoro obbligato, questo significa che nella sua dieta ha strettamente bisogno delle proteine. Queste sue esigenze emergono chiaramente dal suo apparato gastrointestinale. Il suo corpo racchiude caratteristiche uniche, di seguito ne approfondiremo alcune. 



La bocca, che a seconda del colore del mantello varia da rosata fino a nera, il palato presenta delle creste palatine. Le labbra si presentano sottili e poco mobili, sono solo marginalmente coinvolte nella prensione del cibo, ruolo che in questa specie è deputato ai denti e alla lingua, hanno tuttavia un ruolo molto importante in quanto sul labbro superiore sono presenti vibrisse con funzione tattile. Nel gatto la lingua è ruvida, corta, senza solco mediano e caratterizzata da grandi papille coniche e cheratinizzate. Hanno meno papille gustative rispetto al cane e non percepiscono il gusto dolce. La saliva del gatto è priva dell’enzima volto alla predigestione degli amidi (l’amilase salivare). 

Il gatto è dotato di 30 denti, nella formula (6 incisivi, 2 canini, 6 premolari e 2 molari nell’arcata superiore e 6 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 2 molari nell’arcata inferiore), i denti sono estremamente taglienti con chiusura a cesoia (come nel caso del cane) e il loro smalto è circa dieci volte più sottile di quello degli esseri umani. La loro mascella è sprovvista di movimento laterale. 

L'esofago del gatto è dotato di una muscolatura striata come nel caso del cane però a differenza di quest’ultimo la parte finale (ultimo terzo) è dotata di una muscolatura liscia. Questa caratteristica facilita il rigurgito, pratica che nel gatto è utilizzata per espellere boli di pelo ma anche alimento non ancora digerito. 

Lo stomaco ha dimensioni piccole è adatto al consumo di tanti piccoli pasti durante la giornata, è in grado di contenere tra i 300 e i 400 ml e rappresenta il 60% del volume dell’apparato gastro-intestinale. Il pH dello stomaco è più acido rispetto a quello degli esseri umani, questo gli permette la digestione delle ossa e il controllo dei batteri patogeni potenzialmente ingeriti tramite l’alimento. 

Il percorso digestivo prosegue con l’intestino, nei carnivori è notoriamente più corto (3-4 volte la lunghezza corporea) rispetto a quello degli erbivori (fino a 25 volte la lunghezza corporea).  Nel gatto l’intestino tenue misura tra l’1,7 e i 2 metri, la fermentazione batterica avviene nell'intestino crasso. Il tempo di transito intestinale è di 12-24 ore contro quello dell’uomo che va da 30 ore a cinque giorni. 


Un'alimentazione bilanciata è molto importante per sostenere al meglio il vostro amico a quattro zampe. Osservare i suoi comportamenti, il modo in cui mangia, le caratteristiche delle sue urine e feci, l’aspetto della sua cute e del suo pelo può aiutarvi a comprendere il suo stato di benessere. 



 

Conosciamo meglio il gatto, fonti: 

 
 
 

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Lisa Livorsi

Dottoressa Lisa Livorsi

Laurea magistrale:
Scienze Animali curr.

Animal Nutrition and Feed Safety 


Laurea triennale:
Produzioni e gestioni di animali in allevamento e selvatici

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