Il Microbiota e la tolleranza orale:
- Lisa Livorsi
- 29 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 lug 2024
Come abbiamo visto nei precedenti articoli il microbiota inizia a formarsi fin dalla nascita, l’intestino passa gradualmente dalla quasi sterilità a presentare l’ecosistema microbico più denso conosciuto sulla Terra. Questo passaggio come si può ben immaginare è un enorme stravolgimento per l’organismo. Il sistema immunitario deve imparare a discernere tra una “sostanza buona” ed una “sostanza cattiva”. Per esempio, deve comprendere la differenza tra la proteina di un alimento e quella appartenente ad un virus o ad un batterio. Si sviluppa quindi nelle settimane dopo la nascita un meccanismo di tolleranza verso le sostanze alimentari ingerite. Si forma la così detta tolleranza orale, ovvero la capacità del sistema immunitario di adattarsi alle sostanze alimentari innocue ed ai batteri commensali nel tratto gastrointestinale.
In che modo si instaura questa tolleranza?
Sebbene non ce ne si renda conto la mucosa gastro-intestinale è il sito immunologico più esteso del corpo (detto Gut-associated lymphoid tissues, GALT). Quando una sostanza è introdotta nell’intestino avviene un rapido scambio d’informazioni microorganismi-ospite, che sono alla base del rapporto di mutualismo che si verrà a creare. La presenza dei microorganismi intestinali, infatti, stimola continuamente il GALT, inducendo la tolleranza immunitaria della mucosa alle proteine alimentari e ai componenti molecolari dei batteri commensali (es. acetato e butirrato), inoltre il microbiota gioca un ruolo fondamentale anche attraverso il mantenimento dell’integrità della barriera epiteliale intestinale. Il microbiota stesso ha quindi un profondo impatto sulle risposte immunitarie del tratto gastrointestinale e contribuisce a sua volta allo sviluppo della tolleranza orale.
Lo sviluppo di questa tolleranza permette la corretta regolazione immunitaria, ovvero, il contenimento delle immunoglobuline E (IgE) entro i livelli fisiologici. Se il sistema immunitario del cucciolo non è adeguatamente esposto ai batteri e ai componenti alimentari nelle prime settimane di vita, la diversificazione del microbiota intestinale e l'adattamento immunitario non si verificano in modo corretto, con conseguenti effetti negativi e duraturi. Il sistema immunitario non è quindi “tollerante” e produce IgE oltre i livelli fisiologici anche quando viene esposto a “sostanze positive” (esempio proteine alimentari) che portano a una sensibilizzazione agli allergeni alimentari. Le reazioni negative che sviluppa l’organismo vanno dai disturbi della cavità orale ad allergie alimentari accompagnate da disturbi infiammatori intestinali.
Come la dieta influenza la tolleranza orale?
Abbiamo visto nei precedenti articoli che una dieta squilibrata e povera di fibre deprime la diversità del microbiota. Il sistema immunitario produce diversi tipi di anticorpi tra questi nella tolleranza orale, oltre agli IgE visti in precedenza, sono importanti i linfociti T regolatori (il loro ruolo è la mediazione della soppressione della risposta immunitaria), la loro attivazione non dipende solo dal microbiota ma anche dalla dieta.
E’ di fondamentale importanza che i cuccioli siano esposti a una grande varietà di alimenti durante lo svezzamento, la scelta in questa fase di vita di una dieta casalinga agevola questa necessità e aiuta a prevenire lo sviluppo di allergie alimentari.
Infine, in questo periodo delicato della vita del cucciolo anche l’assunzione di probiotici (appartenente ai ceppi batterici Bifidobacterium, Bacteriodes e Lactobacillus) porta: all’aumento del numero di linfociti T regolatori, al contenimento delle IgE ed è in grado di sopprimere le allergie alimentari e l’infiammazione intestinale.
Nei cani, gli allergeni più comuni sembrano essere: manzo, pollo, latte, uova, mais, grano
e soia; mentre nei gatti i più comuni sono le proteine dei latticini e del pesce. E’ bene sottolineare che nessuna proteina è specificatamente “allergenica”. Sembra che siano proprio le componenti della dieta a cui gli animali sono esposti in modo più frequente ad essere quelle che possono portare più comunemente al verificarsi di risposte negative da parte del sistema immunitario.
In caso notaste sintomatologie quali lesioni della cute, forfora, prurito, diarrea, vomito chiedete consiglio al vostro veterinario per capire se potete essere di fronte a una sensibilità, intolleranza o allergia a qualcuna delle componenti alimentari della dieta.
Il microbiota ancora una volta risulta essere di fondamentale importanza per la salute dei nostri amici a quattro zampe. Ricordatevi di prendervi cura anche di lui!
Fonti:
Mandigers, P., & German, A. J. (2010). Dietary hypersensitivity in cats and dogs. Tijdschr Diergeneeskd, 135(19), 706-710.
Biagi, G., Chiofalo, B., Cutrignelli, M. I., De Angelis, A., Fusi, E., Meineri, G., ... & Sandri, M. (2021). Nutrizione e alimentazione del cane e del gatto.
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